Usa: “Non vogliamo una crisi con la Cina, ma saremmo pronti a gestirla” – Mondo – صحيفة الصوت

“Gli Stati Uniti non cercano e non vogliono una crisi con la Cina ma siamo pronti a gestire qualsiasi cosa Pechino decida di fare”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa.

Il ministero della Difesa di Taiwan ha denunciato un’incursione di 27 caccia cinesi nella zona di difesa aerea, nel giorno della partenza della presidente della Camera Usa, Nancy Pelosi. “27 aerei dell’Esercito di liberazione popolare sono entrati nell’area circostante la Repubblica di Cina il 3 agosto 2022”, ha chiarito il ministero in un tweet, cambiando la tradizionale menzione alla Adiz (la zona di identificazione di difesa aerea) e facendo intendere che oggi possa essere avvenuto qualcosa di diverso. I caccia segnalati sono sei J-11, cinque J-16 e ben sedici Su-30.

“Non ci sono giustificazioni” per le “aggressive” esercitazioni militari della Cina nello Stretto di Taiwan. Lo sottolinea il G7.

“Mi unisco ai miei colleghi ministri degli Esteri del G7 nel riaffermare il nostro impegno comune a mantenere l’ordine internazionale, la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan e oltre”. Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken, pubblicando il comunicato nel quale il G7 esprime preoccupazione per le “ingiustificate” e “aggressive” minacce di azioni militari da parte della Cina.

La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi ha lasciato Taipei alle 18.01 (12.01 in Italia) con il Boeing C-40C della Us Air Force, chiudendo la breve visita di quasi 20 ore durante la quale ha incontrato la presidente Tsai Ing-wen e ha mandato su tutte le furie la Cina. Lo si rileva dalle dirette streaming a copertura dell’evento. La speaker è diretta ora verso Seul, in Corea del Sud, prossima tappa del suo tour in Asia.

Gli Stati Uniti “non abbandoneranno il proprio impegno nei confronti di Taiwan”, ha assicurato la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi nel suo breve intervento introduttivo tenuto nell’incontro a Taipei con la presidente Tsai Ing-wen, dopo aver ricevuto un’onorificenza per gli sforzi profusi nella collaborazione tra Washington e Taipei. Tsai, da parte sua, aveva poco prima detto di ritenere Pelosi “una autentica amica” di Taiwan, rimarcando che l’isola “è un partner affidabile degli Usa” e che “nessuna minaccia militare ci potrebbe far arretrare”.

Taiwan non cederà di fronte alle minacce militari: la presidente Tsai Ing-wen ha assicurato che l’isola “non si tirerà indietro” nel mezzo della furia della Cina per la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi, che ha annunciato uno straordinario numero si esercitazioni militari aeree, navali e di tiro ad assediare l’isola. “Di fronte alle minacce militari deliberatamente accresciute, Taiwan non si tirerà indietro. Continueremo a mantenere la linea di difesa della democrazia”, ha assicurato Tsai, parlando con accanto la speaker americana in merito alla prova muscolare decisa da Pechino.

 

 

Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato le esercitazioni militari su vasta scala intorno all’isola annunciate da Pechino come ritorsione per la visita a Taipei della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi, perchè in violazione delle regole Onu, come la violazione delel acque territoriali. “Alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan”, ha osservato il portavoce del ministero Sun Li-fang in una conferenza stampa, osservando che “questa è una mossa irrazionale per sfidare l’ordine internazionale”. Le forze armate taiwanesi “difenderanno la sicurezza nazionale”, ha aggiunto Sun.

Gli Stati Uniti, con la visita della speaker della Camera Nancy Pelosi a Taiwan, “violano la sovranità” della Cina e coloro che offendono Pechino verranno “puniti”, secondo il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, riferiscono i media statali. “È una vera e propria farsa. Gli Stati Uniti stanno violando la sovranità della Cina con il pretesto della cosiddetta ‘democrazia’… chi offende la Cina sarà punito”, ha detto Wang riferendosi alla visita di Pelosi, a margine di una riunione dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) a Phnom Penh.

La Cina ha sospeso l’export di sabbia naturale verso Taiwan, assestando un duro colpo almneo nell’immediato alla strategica produzione dell’isola di semiconduttori. La mossa, ulteriore ritorsione per la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi a Taiwan, è stata annunciata con una nota del ministero del Commercio, secondo cui la decisione è stata presa “in linea con le rilevanti leggi e regolamenti”. A dispetto della misura, il colosso mondiale dei microprocessori di Taiwan, Tmsc, guadagna lo 0,90% a fronte di un listino di Taipei che, tra i pochi in Asia, viaggia in territorio negativo, a -0,10%.

La Cina ha introdotto un nuovo stop all’import da Taiwan, prendendo di mira altri tipi di agrumi e pesce per il presunto rilevamento “ripetuto” di residui di pesticidi eccessivi e di test positivi al Covid-19 sulle confezioni. Da lunedì sera, quando i funzionari statunitensi e taiwanesi hanno confermato che Pelosi si sarebbe recata a Taiwan per incontrare la presidente Tsai Ing-wen, le Dogane cinesi hanno sospeso le importazioni di oltre 2.000 dei circa 3.200 prodotti alimentari in arrivo da Taiwan. All’inizio del 2021 la Cina aveva bandito l’ananas taiwanese: la mossa, usata come mezzo di pressione di Taipei, è stata affrontata dal governo locale con la una campagna virale commercializzando il frutto come “ananas della libertà” e “ananas della democrazia”, contribuendo ad aprire mercati d’export alternativi. I funzionari taiwanesi, secondo i media locali, stanno ancora valutando il potenziale danno della stretta cinese, convenendo tuttavia che di ritenerlo considerevole.

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