Lo sloveno nel finale ha trovato un grande sostegno in Brandon McNulty, capace di fare l’andatura davanti a lui per tanti chilometri e di andare a riprendere via via tutti coloro che avevano tentato l’avventuta. Lo statunitense ha mollato sull’ultimo strappo, dove Pogacar contava di piazzare l’affondo, ma Vingegaard, che peraltro non ha mai dato segni di debolezza, ha saputo tenergli testa con le ultime forze rimaste, portando a casa un secondo posto che quasi profuma di vittoria finale. Pogacar ha tutto per ribaltare la situazione e si è detto pronto a riprovarci domani, nella 18/a tappa che comprende tre dure salite per raggiungere Hautacam: “Possiamo essere tutti orgogliosi di ciò che abbiamo fatto come squadra – ha detto lo sloveno -. Sono felice di aver vinto, ho dato assolutamente tutto. Devo ringraziare i miei compagni e soprattutto Brandon, che ha fatto un lavoro straordinario e merita una menzione speciale. Io resto ottimista di poter vincere il Tour. Domani c’è una tappa ancora più difficile, quindi possiamo riprovare”. Di fronte a Pogacar, “bisogna stare costantemente in allerta”, ha riconosciuto Vingegaard, che dopo essere riuscito a tenere a freno l’avversario sulla terza delle quattro salite di giornata è stato sempre la sua ombra. “Ho lottato fino al traguardo. Sono contento di quello che ho fatto”, ha aggiunto il danese, asciutto nei commenti come nella sua pedalata. Dietro a loro tutti hanno abbandonato le residue speranze di gloria, tra loro anche il britannico Geraint Thomas, terzi in classifica ma il cui distacco è salito a quasi cinque minuti.
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