Sale vuote, arene di cinema estive sold out. Per affrontare la crisi del cinema, bulimico nella produzione a fronte di sale che al contrario che nel resto d’Europa non si sono più riempite dopo il Covid, si cercano ricette. Al centro c’è il recupero del rapporto con il pubblico, in molti casi da riacciuffare letteralmente prima di perderlo definitivamente appresso alla comodità dello streaming ma un fenomeno è letteralmente esploso quest’estate, a Roma soprattutto ma non solo: quello del cinema all’aperto. Le arene estive, nei luoghi di vacanza, sono un classico anche in Italia ma soprattutto del passato, la novità che si è fatta largo in questi ultimi anni riguarda le arene cittadine, finanziate in parte con i soldi delle amministrazioni locali o regionali. Ma farle non vuol dire riempirle. Nell’estate rovente del 2022 guardare cinema, restaurato dal passato, seminuovo o anche nuovissimo dell’ultima stagione, in poltroncine all’aperto, su sedie a sdraio o seduti a gambe incrociate sul prato sembra essere diventato un modo per tornare ad affascinarsi al linguaggio potente della settima arte in un modo diverso, ritrovando quella socialità, quella condivisione che abbiamo sempre riferito al cinema in sala. Solo a Roma se ne contano oltre 40, molte nuove come Scena – Cinema lungo il Tevere che ha ospitato da Garrone a Virzì o Il cinema al Parco degli Acquedotti. A trainare le arene e l’incredibile partecipazione di questa stagione è anche un altro fattore: spesso le proiezioni sono accompagnate da dibattiti, presentazioni di registi o attori e anche questo ‘sì il dibattito sì’ marca la differenza e fa rinnamorare il pubblico e consolidare l’impressione che in crisi non è certo il rapporto tra il pubblico e il cinema, il suo linguaggio affascinante, complesso, sempre diverso ma piuttosto la modalità con cui lo si guarda. E il rinnovamento delle sale, un loro ripensamento, sembra più che mai indispensabile guardando a settembre quando arriveranno finalmente i nuovi film disponibili: più accoglienti, più moderne, magari con politiche che avvicinino le famiglie con i prezzi (il circuito Uci Cinemas ha alzato fino ai 14 anni la soglia per la fascia di prezzo).
Osserva Domenico Dinoia, presidente Federazione italiana Cinema d’essai: “ben vengano le arene, è un modo per tenere il filo con il pubblico visto la persistente errata convinzione della pericolosità del cinema al chiuso. L’arena – dice all’ANSA – è attrattiva proprio per quel target che ha smesso di andare in sala, consente di recuperare anche i film di questa stagione: stanno facendo sold out in tutta Italia film come Ennio di Giuseppe Tornatore ad esempio, o Belfast di Kenneth Branagh. Il cinema di qualità funziona benissimo nelle arene e va a colmare un vuoto. Certo, osserva speriamo dalle arene parta un riavvicinamento vero”. Si parla di 300 arene, con Roma caput con oltre 40, poi Bologna (le proiezioni a Piazza Maggiore sono diventate un cult assoluto, con un richiamo da concerto rock, ci arrivano da tutta Italia: Sotto le stelle del cinema – Il cinema ritrovato, della Cineteca di Bologna, illumina 50 notti d’estate e mette insieme The Beatles Get Back e l’Eclisse di Antonioni), Firenze, Milano.
“Le serate estive nelle arene – commenta all’ANSA Massimo Arcangeli dell’Anec Lazio – testimoniano una esigenza profonda che va raccolta e accompagnata. Le arene danno segnale di rassicurazione ci dicono che all’isolamento sociale vissuto c’è una via d’uscita, per questo, pensando al dopo estate il ruolo della sala va protetto, se chiudono le città si abbrutiscono, e questo è anche un tema politico, bisogna salvaguardarne la funzione sul territorio e certo cambiare. Come? Defiscalizzando i consumi culturali, sapendo che culturalmente il cinema è medicina, disciplinando le finestre, agendo sulla leva del prezzo che in autunno sarà determinante per il carovita che stiamo già vivendo”. In attesa di altre arene in arrivo, come il Floating Theatre Summer Fest, (dal 18 agosto al 25 settembre l’arena galleggiante presso il Laghetto dell’Eur a Roma), in questa estate a schermi accesi chiude l’arena apripista del tema, che ha stabilito nel tempo un formidabile rapporto con il pubblico più giovane e che ha avuto una programmazione all star da Wes Anderson a Fanny Ardant e Carlo Verdone ossia il Cinema in Piazza, la manifestazione organizzata a Roma dall’Associazione Piccolo America, due mesi di programmazione tra Piazza San Cosimato, il Parco della Cervelletta e Monte Ciocci. “90mila spettatori” esulta orgoglioso il presidente Valerio Carocci.
Racconta Federico Croce, Direttore Generale: “notiamo ogni anno che sono proprio i ragazzi ad affollare le nostre piazze, perché le vivono come un luogo di bellezza dove ritrovarsi e vedere film tutti insieme, uscendo dalla claustrofobia dello streaming e delle quattro mura di casa. E siamo felici di vedere come quest’anno all’interno della città le arene estive si siano moltiplicate, perché questa è la dimostrazione che ciò in cui abbiamo creduto è qualcosa che la cittadinanza apprezza e richiede a gran voce”.
Osserva Domenico Dinoia, presidente Federazione italiana Cinema d’essai: “ben vengano le arene, è un modo per tenere il filo con il pubblico visto la persistente errata convinzione della pericolosità del cinema al chiuso. L’arena – dice all’ANSA – è attrattiva proprio per quel target che ha smesso di andare in sala, consente di recuperare anche i film di questa stagione: stanno facendo sold out in tutta Italia film come Ennio di Giuseppe Tornatore ad esempio, o Belfast di Kenneth Branagh. Il cinema di qualità funziona benissimo nelle arene e va a colmare un vuoto. Certo, osserva speriamo dalle arene parta un riavvicinamento vero”. Si parla di 300 arene, con Roma caput con oltre 40, poi Bologna (le proiezioni a Piazza Maggiore sono diventate un cult assoluto, con un richiamo da concerto rock, ci arrivano da tutta Italia: Sotto le stelle del cinema – Il cinema ritrovato, della Cineteca di Bologna, illumina 50 notti d’estate e mette insieme The Beatles Get Back e l’Eclisse di Antonioni), Firenze, Milano.
“Le serate estive nelle arene – commenta all’ANSA Massimo Arcangeli dell’Anec Lazio – testimoniano una esigenza profonda che va raccolta e accompagnata. Le arene danno segnale di rassicurazione ci dicono che all’isolamento sociale vissuto c’è una via d’uscita, per questo, pensando al dopo estate il ruolo della sala va protetto, se chiudono le città si abbrutiscono, e questo è anche un tema politico, bisogna salvaguardarne la funzione sul territorio e certo cambiare. Come? Defiscalizzando i consumi culturali, sapendo che culturalmente il cinema è medicina, disciplinando le finestre, agendo sulla leva del prezzo che in autunno sarà determinante per il carovita che stiamo già vivendo”. In attesa di altre arene in arrivo, come il Floating Theatre Summer Fest, (dal 18 agosto al 25 settembre l’arena galleggiante presso il Laghetto dell’Eur a Roma), in questa estate a schermi accesi chiude l’arena apripista del tema, che ha stabilito nel tempo un formidabile rapporto con il pubblico più giovane e che ha avuto una programmazione all star da Wes Anderson a Fanny Ardant e Carlo Verdone ossia il Cinema in Piazza, la manifestazione organizzata a Roma dall’Associazione Piccolo America, due mesi di programmazione tra Piazza San Cosimato, il Parco della Cervelletta e Monte Ciocci. “90mila spettatori” esulta orgoglioso il presidente Valerio Carocci.
Racconta Federico Croce, Direttore Generale: “notiamo ogni anno che sono proprio i ragazzi ad affollare le nostre piazze, perché le vivono come un luogo di bellezza dove ritrovarsi e vedere film tutti insieme, uscendo dalla claustrofobia dello streaming e delle quattro mura di casa. E siamo felici di vedere come quest’anno all’interno della città le arene estive si siano moltiplicate, perché questa è la dimostrazione che ciò in cui abbiamo creduto è qualcosa che la cittadinanza apprezza e richiede a gran voce”.
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