Putin vede Erdogan in Iran, vicina l’intesa sul grano ucraino – Mondo – صحيفة الصوت

“Alcune questioni restano da risolvere ma ci sono progressi sull’esportazione di grano ucraino ed è un buon segno”. Le parole sono di Vladimir Putin che oggi, per la prima volta dall’invasione di Mosca, ha incontrato a Teheran il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ringraziandolo per la mediazione offerta da Ankara sui corridoi nel mar Nero per esportare grano dai porti dell’Ucraina. Pare che l’accordo sia a portata di mano. Il piano del resto è stato elaborato la scorsa settimana a Istanbul da delegazioni di Russia, Ucraina, Turchia e rappresentanti dell’Onu e nei prossimi giorni potrebbe essere firmato.

Secondo fonti citate dal Financial Times, resterebbero nodi da sciogliere sulla sicurezza dei porti e delle navi durante la rotta. Mosca avrebbe dato assicurazioni sul fatto che non lancerà attacchi contro i cargo carichi di grano e altri cereali. Ma Kiev non sarebbe completamente convinta e avrebbe chiesto ulteriori assicurazioni sul fatto che i russi stiano alla larga dai porti. L’incontro in Iran tra i due presidenti non ha riguardato soltanto l’Ucraina e la questione del grano. Erdogan e Putin si trovano nella Repubblica islamica per partecipare con il presidente iraniano Ebrahim Raisi alla conferenza sulla Siria nel formato di Astana, dal vecchio nome della capitale del Kazakhstan dove Iran, Russia e Turchia hanno inaugurato nel 2017 colloqui per tentare di risolvere il conflitto siriano.

La visita di Erdogan arriva all’ombra del rafforzamento dell’asse Mosca-Teheran, che da mesi sta consolidando una cooperazione a livello commerciale e sull’energia. Durante un incontro con Raisi, Putin ha detto che le relazioni a livello commerciale tra Russia e Iran “si stanno sviluppando rapidamente”. Mentre già ieri il Cremlino aveva auspicato che venisse firmato “presto” un’intesa di cooperazione strategica globale tra i due Paesi. Oggi, poco dopo l’arrivo di Erdogan in Iran, è stato siglato un accordo tra Mosca e Teheran per cui aziende russe, tra cui Gazprom, investiranno 40 miliardi di dollari nel settore petrolifero iraniano, il più importante investimento straniero nella storia della Repubblica islamica. Russia e Iran condividono la stessa linea anche nel conflitto siriano dando sostegno, anche militare, al regime di Damasco a cui la Turchia si oppone invece strenuamente da quando la guerra è iniziata oltre 10 anni fa. Anche Ankara è presente con le sue truppe in Siria, ma a sostegno dei miliziani che ancora si oppongono al presidente siriano Bashar al Assad nell’area settentrionale del Paese.

In questa stessa zona, Erdogan vorrebbe portare avanti un’operazione militare contro le forze curde, ritenute terroriste dalla Turchia. Il presidente turco lo ha annunciato due mesi fa manifestando l’intenzione di costituire una zona di sicurezza profonda 30 km a partire dal confine turco-siriano, ma l’esercito di Ankara non si è ancora mosso e oggi Erdogan non è riuscito ad ottenere il via libera dall’Iran per la campagna militare. “Qualsiasi attacco alla Siria sarebbe dannoso per la Turchia e per la regione, a beneficio dei terroristi”, è stato il monito della Guida suprema dell’Iran durante i colloqui in mattinata con il presidente turco, mentre il ministero degli Esteri di Teheran ha fatto sapere di essere contrario alla creazione della fascia di sicurezza che Erdogan vorrebbe avere sul confine in seguito all’operazione. Nel frattempo prende sempre più corpo la possibilità che l’Iran possa rifornire la Russia di “centinaia” di droni da combattimento pronti per essere utilizzati in Ucraina. Il piano è stato rivelato nei dettagli dagli Usa nei giorni scorsi e subito smentito da Teheran, ma oggi il comandante delle forze di terra dell’Esercito iraniano Kiumars Heidari ha fatto sapere che l’Iran è pronto ad esportare armi ed equipaggiamento militare a “Paesi amici” e ha menzionato modelli avanzati di droni pronti per essere utilizzati in ricognizioni su lunga distanza e combattimento.

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