Ma chi l’ha detto che sposarsi è sempre sinonimo di “spendere una fortuna”? O che un matrimonio senza dodici portate più i dolci, non sia un vero matrimonio? O ancora che “sostenibilità” non vada d’accordo con “bellezza”? “Sposarsi si può e non deve essere per forza così costoso. Certo, bisogna rimboccarsi le maniche ed essere creativi e originali, con la consapevolezza che, se non ci si rivolge a professionisti, gli imprevisti accadono. Ma se si è disposti a fare tutto questo, sposarsi è possibile anche con budget molto ridotti”. Ad assicurarlo è Michelle Carpente, attrice, conduttrice ma anche, fuori dalle telecamere, wedding planner. Lo scorso anno, con “Matrimonio a sorpresa Italia”, aveva accettato la sfida di organizzare lo sposalizio perfetto con il solo aiuto degli amici degli sposi. Questa volta si parte invece con “Matrimonio a tutti i costi”, nuovo format ideato con Gianluca Potenziani, scritto con Luigi D’Anna e prodotto dalla stessa conduttrice con SmartWed, al via su Real Time dal 30 luglio alle 15.50. In tutto, quattro puntate per altrettante coppie estremamente motivate a sposarsi, che devono però fare i conti con un budget a disposizione di soli 5 mila euro. La Carpente cercherà di aiutarle consigliando loro come risparmiare in base alle loro priorità. “Veniamo da due anni difficilissimi per il settore del wedding e anche per i futuri sposi – racconta la conduttrice all’ANSA – E il programma, in qualche modo, è figlio proprio della pandemia. Le coppie che avevano pianificato il matrimonio nel 2020 hanno dovuto rimandare, ma nel frattempo molte cose sono cambiate. C’è chi ha nuove scale di valori, chi necessità diverse, chi magari ha perso il lavoro. Qui entro in campo io – sorride – Se ci si sposa di più? I numeri, in teoria, dicono di si: stiamo contando circa 300 mila matrimoni quest’anno, anche qualcosa in più, ma nel 2020 ce ne sono stati solo 70 mila. Credo che da una parte ci siano molte nozze ‘recuperate’, dall’atra, però, l’incertezza del momento ha portato molti a ragionare sulla propria vita, sulla felicità e sul voler costruire qualcosa”. Protagonisti in tv sono dunque quattro coppie molto diverse tra loro: c’è chi è alle seconde nozze, chi ha figli, chi è molto giovane chi è più creativo. Ma a cosa si può rinunciare e cosa assolutamente non può invece mancare in un matrimonio? “Ognuno ha il proprio must have. Io, per esempio, non rinuncerei mai alla musica – risponde la Carpente – Il compito del weeding planner è aiutare le coppie a esaudire i loro desideri, in questo caso sfruttando ciò che magari già hanno. Per una coppia, ad esempio, abbiamo scelto un bosco come location, per un’altra il terrazzo condominiale. Io, poi, punto molto sulla sostenibilità, concetto che ancora fatica a farsi strada tra i clienti in Italia. In un caso abbiamo utilizzato gli stessi fiori, prima in chiesa poi per il ricevimento. Per il catering siamo stati molto attenti agli sprechi, che trovo un vero schiaffo morale, oltre che economico, in questo momento. Invece di restare otto ore a tavola con una sfilza di portate, per una coppia abbiamo optato per un aperitivo rinforzato, allargando gli inviti per il momento del taglio della torta con un grande buffet di dolci. Una sposa, invece, ha scelto un abito spezzato, che potrà riutilizzare in altre occasioni. E poi si possono sfruttare amici e parenti, dal fratello fotografo al cugino che suona”. Imprevisti? “Qualcuno – ride la Carpente – Nel matrimonio sul terrazzo condominiale, le fioriste sono rimaste chiuse in ascensore. Così mentre gli sposi tagliavano la torta c’erano i pompieri che tentavano di tirarle fuori. Ma c’ero io e con una buona wedding planner gli sposi non se ne accorgono nemmeno”.
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