Gli stralci della telefonata pubblicati da ‘La Repubblica’. “Ho parlato con l’ambasciatore russo in Italia Razov. Mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky – avrebbe detto il Cavaliere ad alcuni big andati ad incontrarlo a Villa Grande, mentre maturava la decisione di far cadere il governo Draghi – mi ha raccontato che è stata l’Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l’invasione era necessaria perché il rischio era che l’Ucraina attaccasse la Russia”. L’ambasciata russa in Italia “è anche il canale con cui Salvini tiene i contatti con Mosca – scrive ‘La Repubblica’ – Il teatro di incontri con Razov subito dopo l’avvio della guerra”.
La risposta di Mosca. “E’ tutto come in una fiaba: più si va avanti, peggio è”, dice all’ANSA la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Se prima – aggiunge Zakharova – la capacità di cambiare i governi a Roma era attribuita all’ambasciatore russo, ora un primo segretario ordinario può farlo rivolgendo una domanda a un assistente di uno dei politici italiani”. “Percepiamo l’Italia come uno Stato sovrano che persegue una politica interna ed estera indipendente: la consideriamo un Paese forte che occupa un posto unico nella storia mondiale e ha un impatto positivo sulla vita internazionale”.
“Per noi è strano osservare come la classe politica italiana e i media dimentichino la propria autosufficienza e orgoglio nazionale, inizino a farsi pilotare da attori esterni, copiando volgarmente anche le peggiori pratiche e modelli di campagna elettorale, tentando di giocare la ‘carta russa’ e diffondendo coscientemente il mito dell’ingerenza di Mosca nei processi elettorali”, dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
I retroscena de La Stampa. E sulle interlocuzioni di maggio ‘La Stampa’ pubblica un altro retroscena che riguarda Capuano e l’organizzazione del viaggio in Russia di Salvini, poi saltato. Al giornale risulta che l’emissario di Salvini avrebbe cercato di fare da sponda con i cinesi. Capuano si sarebbe confrontato con il capo della sezione politica dell’ambasciata cinese in Italia, Zhang Yanyu, “per riferirgli di una missione programmata dal leader della Lega a Mosca dal 3 al 7 maggio, finalizzata a incontrare istituzioni, ministro degli esteri e presidente russi”.
Il consulente del Carroccio a quel punto avrebbe colto l’occasione “chiedendo al diplomatico cinese la possibilità di organizzare, prima di rientrare dalla Russia, un incontro a Pechino con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi”. E per evitare le restrizioni legate alla pandemia avrebbe anche proposto, secondo ‘La Stampa’, “l’incontro da remoto, nella sede dell’ambasciata cinese”.
Il Copasir due settimane fa aveva già lanciato l’allarme sulle possibili ingerenze esterne sulle elezioni. ‘Il Foglio’ pubblica lo stralcio di una lettera inviata 14 giorni fa da Adolfo Urso, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico. “Vi chiedo di sensibilizzare il Parlamento a occuparsi delle possibili ingerenze esterne sugli eletti in vista dei prossimi mesi”, scriveva Urso, quando ancora il governo Draghi non era caduto e non era iniziata la campagna elettorale. Nella lettera del presidente del Copasir, secondo quanto riportato da ‘Il Foglio’, si faceva riferimento anche a una risoluzione del 9 marzo votata dal Parlamento europeo “sulle ingerenze straniere nella politica dei paesi Ue e sulla disinformazione frutto del lavoro svolto dalla speciale commissione istituita dal Pe”. ‘Il Foglio’ ricorda che nella relazione approvata da Strasburgo sul giro di vite alle ingerenze straniere nella vita politica degli altri Paesi “si menzionava anche il rapporto tra alcuni partiti europei e la Russia. In particolare Russia unita, partito di Vladimir Putin. E cioè i famosi “accordi di cooperazione” tra il partito di Mosca e la Lega nord. Senza dimenticare l’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs, il francese Rassemblement National, il tedesco Afd, gli ungheresi Fidesz e Jobbik e il Brexit Party nel Regno Unito”.
Le reazioni politiche
Intanto, Elio Vito, ex deputato radicale e di Forza Italia, lancia su Twitter una proposta: “Per aver intrattenuto rapporti con l’Ambasciata russa in Italia nelle scorse settimane, Berlusconi e Salvini meriterebbero l’esclusione da ogni alleanza politica, da ogni competizione elettorale”. Duro anche il commento del segretario di +Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova su Fb: “Berlusconi ha parlato con l’ambasciatore russo e ora chiede agli ucraini di accogliere le domande di Putin; sono parole pesanti come pietre e di gravità assoluta. Dopo Salvini, è Berlusconi a ricordarci che la destra ha idee ben precise sulla collocazione italiana nel mondo: amici di Putin ed Orban e dei loro modelli dittatoriali ed illiberali”. “Salvini e Berlusconi – aggiunge – si mostrano indulgenti con Putin e i suoi missili che continuano a colpire i civili; noi invece sosteniamo la resistenza Ucraina che difende la democrazia e le aspirazioni europee di Kiev. O con Putin o con l’Ucraina e la Ue: la destra – conclude Della Vedova – spieghi la scelta agli elettori e ai partner internazionali”.
“È partita una campagna elettorale in cui si raccontano tante balle, si rendono conto che il centrodestra è destinato a vincere le elezioni e da qui partono gli attacchi. Non ci preoccupano ma bisogna che i cittadini sappiano la verità”, dichiara il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. “Non c’è mai stata né una telefonata né un incontro di Berlusconi con l’ambasciatore russo, è una notizia completamente inventata”, aggiunge. “Bastava telefonare e domandare se era vero che c’era stata quella telefonata. Mi stupisce che giornalisti che dovrebbero essere seri, credibili e affidabili raccontino di telefonate senza verificare se ci siano state o meno. Berlusconi ha smentito”.
Il Pd chiede chiarezza alla Meloni. “Le rassicurazioni di Giorgia Meloni rispetto al posizionamento atlantico e occidentale non bastano. Matteo Salvini, invece di smentire e chiarire, non trova di meglio da fare che attaccare media e giornali rei, a suo parere, di dire sciocchezze. Noi insistiamo, perché ne va degli interessi del nostro Paese: Salvini dica parole chiare sui suoi rapporti con la Russia e la Meloni le pretenda come noi. Salvini non è un passante ma il capo di una forza politica importante della coalizione della destra. L’Italia deve sapere se c’è qualcuno che lavora per inquinare la nostra campagna elettorale. Non ci possono essere ambiguità sulla collocazione internazionale del nostro Paese da parte di chi si candida a governarlo”. Così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
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