Il mutuo, una cena fuori che sarebbe costata troppo e le semplici spese ordinarie: i 200 dipendenti dell’azienda Acqua Sant’Anna che hanno ricevuto a sorpresa la quindicesima mensilità, dopo il premio di produzione, sanno benissimo come impiegare il denaro. “Ci ha fatto una sorpresa. Siamo andati a casa e i soldi erano già sul conto”, raccontano gli operai dello stabilimento di Vinadio, in provincia di Cuneo, che il 26 del mese hanno ricevuto i soldi, nel giorno di Sant’Anna, patrona del paese, e in occasione dei 26 anni dell’azienda.
“Mangiare una pizza in quattro costa troppo ormai e abbiamo rinunciato spesso, invece adesso possiamo farlo senza pensarci, qualche volta in più”, è il commento di un cinquantenne. “Io ho 30 anni – spiega un altro operaio – e vorrei comprare casa, quindi metto i soldi da parte e con questo stipendio in più mi sento più tranquillo”.
Il fondatore, presidente e amministratore delegato dell’azienda, Alberto Bertone, 55 anni, torinese, ha consegnato una lettera firmata dove spiegava di aver agito “per dare un aiuto concreto a voi e famiglia in questo periodo difficile”.
“Sono più contento io dei dipendenti – rivela Bertone – perché da tanti anni lo pensavo, ma farlo è un’altra cosa. Vado spesso tra gli operai, sono abituati – spiega – e stavolta l’ho fatto consegnando a mano a sorpresa le buste”.
“Lunedì il dottor Bertone mi ha dato la lettera, ma ero impegnato e l’ho messa da parte: pensavo fosse una normale comunicazione interna, un invito. Poi è ripassato e mi ha detto: “La legga, mi raccomando”. Allora ho aperto la busta e sono andato a cercarlo nei corridoi per ringraziarlo”, racconta Francesco Beltritti, 37 anni, dell’ufficio qualità. “Un gesto ancora più bello – dice Alessandra Tosto, assistente alla direzione commerciale – perché inaspettato. Come li userò? Per una vacanza”. “Nessuno pensa mai agli operai – commenta un addetto di 60 anni, vicino alla pensione – lui l’ha fatto”. La veterana operaia cinquantenne aggiunge: “Mi ha detto prima che sarei andata in prepensionamento, poi mi ha dato la lettera. Ho pensato ai colleghi giovani che proprio l’altro giorno si lamentavano che avrebbero dovuto comprare tutto nuovo, e caro, per la scuola dei figli”. “Un premio – conclude Marco Scossa, responsabile risorse umane dell’azienda – legato alle condizioni difficili del Paese. E le facce di dipendenti l’altra mattina erano uno spettacolo. Bertone aveva in mente da tempo questa iniziativa, ne ha parlato al Consiglio d’amministrazione e l’abbiamo realizzata in pochi giorni”.
“Mangiare una pizza in quattro costa troppo ormai e abbiamo rinunciato spesso, invece adesso possiamo farlo senza pensarci, qualche volta in più”, è il commento di un cinquantenne. “Io ho 30 anni – spiega un altro operaio – e vorrei comprare casa, quindi metto i soldi da parte e con questo stipendio in più mi sento più tranquillo”.
Il fondatore, presidente e amministratore delegato dell’azienda, Alberto Bertone, 55 anni, torinese, ha consegnato una lettera firmata dove spiegava di aver agito “per dare un aiuto concreto a voi e famiglia in questo periodo difficile”.
“Sono più contento io dei dipendenti – rivela Bertone – perché da tanti anni lo pensavo, ma farlo è un’altra cosa. Vado spesso tra gli operai, sono abituati – spiega – e stavolta l’ho fatto consegnando a mano a sorpresa le buste”.
“Lunedì il dottor Bertone mi ha dato la lettera, ma ero impegnato e l’ho messa da parte: pensavo fosse una normale comunicazione interna, un invito. Poi è ripassato e mi ha detto: “La legga, mi raccomando”. Allora ho aperto la busta e sono andato a cercarlo nei corridoi per ringraziarlo”, racconta Francesco Beltritti, 37 anni, dell’ufficio qualità. “Un gesto ancora più bello – dice Alessandra Tosto, assistente alla direzione commerciale – perché inaspettato. Come li userò? Per una vacanza”. “Nessuno pensa mai agli operai – commenta un addetto di 60 anni, vicino alla pensione – lui l’ha fatto”. La veterana operaia cinquantenne aggiunge: “Mi ha detto prima che sarei andata in prepensionamento, poi mi ha dato la lettera. Ho pensato ai colleghi giovani che proprio l’altro giorno si lamentavano che avrebbero dovuto comprare tutto nuovo, e caro, per la scuola dei figli”. “Un premio – conclude Marco Scossa, responsabile risorse umane dell’azienda – legato alle condizioni difficili del Paese. E le facce di dipendenti l’altra mattina erano uno spettacolo. Bertone aveva in mente da tempo questa iniziativa, ne ha parlato al Consiglio d’amministrazione e l’abbiamo realizzata in pochi giorni”.
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