“Ma non impossibile”, predicano ottimismo i pontieri dei due partiti (soprattutto lato +Europa). Enrico Letta professa calma e disponibilità al dialogo, ma allo stesso tempo mostra l’orologio agli alleati: “stiamo mettendo tutto il nostro impegno a convincere tutti quelli che vogliono e possono far parte della nostra alleanza di esserci. Non mettiamo veti, non abbiamo un atteggiamento men che costruttivo”, ma “il tempo passa – avverte -, ormai c’è poco tempo davanti”. La preoccupazione principale del segretario dem, però, è sui possibili sviluppi politici di una decisione di Calenda: “Mi sento di fare un appello accorato – scandisce infatti da Casalgrande – a tutti coloro che in queste ore hanno dubbi sul fatto di creare una larga, importante e convinta alleanza che sia in grado di battere le destre.
Coloro che pensano che fare un terzo polo che si mette in mezzo sia conveniente o possa essere più utile. Un terzo polo in questo momento – sottolinea con forza – è il modo migliore per aiutare le destre che non hanno bisogno di ulteriori aiuti”. Calenda, al momento, resta sulle sue posizioni e via social istruisce il Pd sulle sue regole di ingaggio: “Discutiamo di quello che volete, ma agli elettori di @Azione_it non possiamo chiedere di votare Di Maio, Bonelli (anti ILVA, termovalorizzatori e rigassificatori) e Fratoianni (che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi) nei collegi uninominali”. Un aut aut su cui Europa Verde e Sinistra Italiana subito replicano: “Carlo Calenda continua a parlare di cose che non conosce: dovrebbe farsi un giro a Piombino per capire quanto sia pericoloso un rigassificatore nel porto della città”, tuonano Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni che sui permessi facili e senza controlli per il rigassificatore paragonano “le politiche di Calenda sul clima” a quelle di Donald Trump. Strada sempre più in salita, dunque. Considerando anche che Calenda, nel tweet-bombing di oggi, va a contestare lo stesso Letta e la sua proposta – rilanciata appena ieri sera – di una dote ai 18enni da finanziare con una patrimoniale per i plurimilionari. “Ai diciottenni non serve una dote ma un’istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro. @Azione_it aveva proposto di concentrare il taglio dello scorso anno sui ragazzi fino a 30 anni. Nessuno, dicasi nessuno, lo ha votato”, scrive all’ora di pranzo marcando il tweet con l’hashtag “#ItaliasulSerio”. E poco sul serio Calenda prende un retroscena, smentito a stretto giro dal Nazareno, che voleva l’attuale presidente della Camera, Roberto Fico, “corteggiato” dal Pd. “Wow”, la stupita e sarcastica replica alla notizia. Del resto, e Calenda di certo non ne fa mistero, tutto ciò che in qualche modo riguarda chi ha votato contro il governo Draghi e che strizza l’occhio ai transfughi 5 Stelle viene visto come fumo negli occhi.
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