Il Centrodestra di governo attacca in Aula al Senato e chiede a Mario Draghi di formare un nuovo governo “profondamente rinnovato”, cioè con nuovi ministri, senza il Movimento Cinque stelle. La mossa anticipata dalla Lega in Aula è stata seguita – almeno secondo quanto si legge in una nota congiunta – anche da Forza Italia. Si tratta di una richiesta dirompente che certamente mette in difficoltà il presidente del Consiglio che sta riflettendo sul da farsi.
Immediata la reazione di LeU-Ecosolidali che con Vasco Errani la definisce “irricevibile”.
Ma non solo, la Lega attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo indica al premier anche la soluzione B, cioè rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo dopo le elezioni. Ovviamente resta da vedere quali potrebbero essere le scelte del presidente della Repubblica.
Poco prima Mario draghi, in un discorso di circa mezzora, aveva tirato dritto ed illustrato un secco programma di governo chiudendo il suo intervento – quasi non applaudito dai banchi della Lega e del M5s – con questo invito: “siamo qui perché lo hanno chiesto gli italiani. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto?”.
L’intervento della Lega ha però ribaltato il tavolo e soprattutto rende strettissimi i margini di manovra del premier che a questo punto potrebbe anche seguire la via indicata da una vecchia volpe parlamentare come Pier Ferdinando Casini che, attraverso una sua secca mozione, lo invita semplicemente a farsi votare la fiducia. Forse un modo per far uscire allo scoperto chi potrebbe far cadere il governo.
Il premier aveva chiesto il consenso più ampio possibile del Parlamento perchè, aveva sottolineato, serve a maggior ragione per un “presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori”. E l’unica strada per andare avanti, aveva aggiunto stamani, “è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”. Basta ambiguità, è in sostanza la richiesta del presidente del Consiglio.
Immediata la reazione di LeU-Ecosolidali che con Vasco Errani la definisce “irricevibile”.
Ma non solo, la Lega attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo indica al premier anche la soluzione B, cioè rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo dopo le elezioni. Ovviamente resta da vedere quali potrebbero essere le scelte del presidente della Repubblica.
Poco prima Mario draghi, in un discorso di circa mezzora, aveva tirato dritto ed illustrato un secco programma di governo chiudendo il suo intervento – quasi non applaudito dai banchi della Lega e del M5s – con questo invito: “siamo qui perché lo hanno chiesto gli italiani. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto?”.
L’intervento della Lega ha però ribaltato il tavolo e soprattutto rende strettissimi i margini di manovra del premier che a questo punto potrebbe anche seguire la via indicata da una vecchia volpe parlamentare come Pier Ferdinando Casini che, attraverso una sua secca mozione, lo invita semplicemente a farsi votare la fiducia. Forse un modo per far uscire allo scoperto chi potrebbe far cadere il governo.
Il premier aveva chiesto il consenso più ampio possibile del Parlamento perchè, aveva sottolineato, serve a maggior ragione per un “presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori”. E l’unica strada per andare avanti, aveva aggiunto stamani, “è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”. Basta ambiguità, è in sostanza la richiesta del presidente del Consiglio.
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